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giovedì 19 febbraio 2009

Corpi, frammenti per una sociologia


Breve descrizione del contenuto:
Mai come nel XX secolo il corpo è stato (per il meglio e per il peggio) al centro di pratiche sociali e politiche, e delle riflessioni su di esse. Dallo sviluppo incontenibile e anarchico dei saperi biomedici alle tensioni fra i desideri dei corpi sessuati e le norme sociali e morali. Dalle immani distruzioni – di corpi, innanzitutto – delle guerre, dei campi di sterminio, degli stupri di massa e delle catastrofi “naturali”, al piacere offerto allo sguardo dai corpi del cinema, della televisione, dei nuovi media. Dalla pornografia mediatica di massa, che forma l’immaginario sessuale degli adolescenti, alle prestazioni, altrettanto “pornografiche”, perché irraggiungibili dai comuni mortali, degli atleti professionisti. Dalla visione, sullo schermo di casa, dei corpi agonizzanti, denutriti, disumanizzati dall’Aids, dalla dissenteria o, semplicemente, dalla fame di decine di milioni di uomini, di donne e di bambini, alla speculare epidemia globale dell’obesità, all’erotizzazione dei consumi di massa e, quindi, dell’economia globale e globalizzata. Il corpo è al centro del xx secolo perché nel xx secolo è radicalmente cambiato il modo di guardare il corpo.Nel tempo in cui il corpo non è più “proprietà” di Dio (e dei suoi sedicenti rappresentanti sulla Terra), né dello Stato (sempre meno “sovrano”), ma neppure dell’individuo libero e consapevole (anche se ci si illude che sia così), nessuno oggi può dire con certezza che cosa è il corpo. Per tutto questo, proprio per tutto questo, il nostro è anche il tempo in cui inizia la possibilità storica di una sociologia del corpo. Alfredo Milanaccio è professore ordinario di Sociologia. Insegna Sociologia e Teorie e culture del corpo presso la Facoltà di Scienze delle Formazione dell’Università di Torino e Sociologia dei processi culturali presso la Scuola Universitaria Interfacoltà di Scienze Motorie (suism) della stessa università.

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